mercoledì 7 maggio 2014

Crostata BIOGRAFIA DI UN DENTE DA LATTE di Edoardo Rubatto

Questa crostata è tratta da questo super-blog (http://cakegardenproject.com/), l'ho solamente adattata alla mia abitudinaria pastafrolla e alle disponibilità del mio frigo.

Questa crostata non è un libro, ma un racconto. So per certo, inoltre, che è tratto da una storia vera. E' molto carino per cui lo scrivo per intero qui di seguito, prima della ricetta. E bom.


Biografia di un dente da latte 

Sono un incisivo centrale inferiore da latte. Ho iniziato a spuntare dalla gengiva nell’aprile dell’ottantasei. Fui il primo dell’arcata inferiore. Lui passava sempre il dito sulla mia testa avanti e indietro per capire cosa fossi. Mi accarezzava tutto il giorno con quell’ indice morbido, gommoso di mou. Non ricevetti mai più quel tipo di attenzione.
Capitava di vedere le persone guardarmi, quando piangeva, o quando rideva. Poi lui chiudeva la bocca e veniva il buio. Un buio caldo e umido. A volte si rifiutava di mangiare gli alimenti di base per la sua crescita come il pesce molle. Il pesce molle non gli piaceva proprio, gli piaceva il latte con il cioccolato, e io e il mio compagno gli tenevamo sempre la gomma del biberon. Ci sentivamo importanti, in qualche modo.
Con il tempo imparai a leggere e parlare, muovendomi con la mandibola al ritmo delle corde vocali. La bocca ormai si era riempita di denti bianchi e squadrati. Una volta al giorno ci sciacquava con il dentifricio azzurro, dolce. Era una bella sensazione, perché il clima si rinfrescava e il caldo umido del buio lasciava il posto alla brezza leggera. A causa del morso leggermente spostato, tutte le funzioni di frantumazione e masticazione le svolgevano i molari, i canini, gli incisivi laterali. Io e il mio compagno ci sentivamo piccoli e insignificanti a confronto. Nascosti dai due grossi incisivi superiori ci proteggevamo dalle unghie o dai panini di grano duro, ridendo nell’ombra. Non avevamo alcun compito. Però eravamo i primi a vedere il sole quando lui sorrideva.

Un autunno iniziarono a cadere tutti. Ricordo il mio compagno appeso a un filo che girava intorno alle sue minuscole radici e nervetti scoperti. E così gli altri, prima di essere strappati via. Nuovi denti spuntavano dalle gengive, giovani e violenti, e diventavano cinque volte, sei volte più grandi di me. Io restavo seduto composto. Non sapevo ancora che avrei aspettato anni e ancora anni eroso dalle consonanti e dimenticato all’ombra dei nuovi mastodontici incisivi superiori. Più passava il tempo, più consumavo la paura nell’attesa. Nano tra i giganti vedevo passare i succhi gastrici dopo le sbronze, alcool e cibo piccante da rimpiangere gli omogeneizzati. Baci bellissimi e altri meno, acidi come il vino del discount. Le unghie divorate e sputate a terra, e lui che sorrideva sempre meno lasciando me rimpicciolire in questa prigione buia e umida.
Mai utile alla masticazione, mai alla frantumazione, usurato dal tempo riempio uno spazio e aspetto. Vedo la luce quando mi viene concesso, e in una frazione di secondo posso riposare sulle mie radici consumate in una seggiola di tessuto molle.


Ricetta:



Pastafrolla

Pacioccare con le mani 100 gr di zucchero, 220 gr di farina, 25 gr di farina di mandorle, 1 pizzico di sale, 1/2 bustina di lievito e 1 bustina di vanillina. Aggiungere un po' alla volta 100 gr di burro ed amalgamarlo bene. Disporre il tutto nella forma a vulcano e riempire il cratere con un uovo intero e un tuorlo. Con le dita iniziare a girare per mescolare l'uovo con il bordo del cratere e poi con tutto; continuare fino a che non si ottiene un impasto solido, lavorando con il palmo delle mani (non le dita), ma non troppo. Stendere la pasta su una tortiera (imburrata e infarinata) e bucherellare con la forchetta, tanti bucherelli.
Infornare a 180°C per circa mezz’ora (dipende dal forno). Togliere e lasciare raffreddare.

Crema

Lavorare 500 gr di ricotta con dello zucchero a velo fino a formare una crema liscia, poi aggiungere un po' alla volta 200 ml di panna montata. Assaggiare e regolare con lo zucchero a velo a piacimento (io sono golosa per cui ne ho messo in totale circa 40 gr). Tagliare due perette ben mature a pezzetti piccoli e unirli al composto, insieme a del cioccolato extrafondente a scagliette (io ho usato rimasugli di un uovo di pasqua).
Versare il tutto sulla pastafrolla (non calda!) e mettere in frigo.

Crumble

Mettere su una teglia rivestita da carta da forno 100 gr di farina 00, 100 gr di burro freddo, 100 gr di farina di mandorle, 100 gr di zucchero di canna e un cucchiaino di cannella in polvere. Infornare per circa 20 min e poi far raffreddare, prima di metterlo sulla torta. In realtà con queste dosi mi è venuto un quintale di crumble !




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